30 gennaio 2007

Kira e le strisce di Crosa

Se non ricordo male questa intervista è dell'ottobre 2000

RAVENNA — È uno dei pochi autori di fumetto italiani, si chiama Riccardo Crosa e, anche se è nato a Siracusa, vive a Ravenna ormai da anni. Ha avuto riconoscimenti importanti al Comicon di Napoli e mostre personali alla fiera di Lucca. È l'autore di una saga fantasy comica intitolata Rigor Mortis, di cui uscirà il terzo tomo a fine mese per l'editore Phoenix di Bologna. Tra i suoi ultimi lavori ci sono anche due interessanti albi no words (senza parole) che hanno per protagonista Kira, la donna gatto uscita dal mondo del fantasy per prendere vita propria.
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Fonte: ilrestodelcarlino.quotidiano.net

1 commento:

L'Impressore ha detto...

Ci racconti come hai iniziato e quando è nato il mondo di Rigor Mortis?
«È stato ormai quattordici anni fa. Io già disegnavo, ma non avevo mai creato nulla di originale. L'idea di Rigor è nata nell'ambiente del gioco di ruolo, alla 'Oasi giochi' di Ravenna. All'inizio era solo una striscia per la nostra fanzine, poi un editore di Milano mi ha chiesto di trasformarlo in una storia e da allora non l'ho più abbandonato, anche se negli anni i personaggi sono cambiati, si sono evoluti per parlare a un pubblico più vasto, anche di 'non esperti' del settore».
Mescolare la comicità al fantasy, un mondo spesso autoreferenziato e che si prende molto sul serio, sembra una scelta originale e coraggiosa. Da cosa nasce?
«Proprio dal fatto che il fantasy manca di autoironia. In realtà si tratta di un genere che, malgrado gli stilemi molto rigidi, può essere rinnovato e reinventato ogni volta. Dentro il fantasy ci può stare di tutto, a patto che non venga segregato nei circoli di gioco o dei videogiochi, spesso troppo chiusi e limitati. Io volevo non solo svecchiarlo e prenderlo un po' in giro, ma usarlo per raccontare cose anche serie, importanti. Nel secondo volume ci sono i campi di concentramento, per esempio. Nelle prossime storie ho intenzione di inserire sempre più elementi della nostra realtà, anche locale. Sto pensando perfino a un personaggio che parli in dialetto romagnolo!».
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
«Dal punto di vista letterario, per chiunque si occupi di fantasy, Tolkien rimane un autore imprescindibile, anche se devo dire che amo di più Terry Pratchett, purtroppo non abbastanza conosciuto in Italia. Uno dei libri fantasy 'non ortodossi' che preferisco è Elianto di Stefano Benni. Per quanto riguarda il disegno in Italia gli innovatori fondamentali sono stati Magnus e Manara. Poi amo molto autori stranieri come Moebius e Gimenez».
Trovare spazio nel mercato del fumetto d'autore per un italiano è un'impresa molto difficile. Come sei riuscito a far scoprire il tuo talento?
«È vero, è un mercato molto duro. Per me un'esperienza fondamentale, che consiglio a tutti quelli che vogliano provare questa strada, è stata l'autoproduzione. Avevo appena concluso l'esperienza in edicola con l'editore milanese Hobby&Work e ho messo in piedi una piccola casa editrice, 'Stelle & Strisce', che mi ha permesso di promuovermi, capire meglio il mercato e i lettori e soprattutto farmi conoscere nel circuito delle fiere. È stato così che ho incontrato il mio attuale editore, forse l'unico disposto a dar credito a un autore italiano.
Federica Angelini