10 gennaio 2007

A proposito di Crosa

Un vecchio articolo sul fumetto fantasy italiano non poteva non citare anche il nostro Autore preferito.

Sulle ali del drago di Alberto Cassani
Un articolo sul fumetto Fantasy in Italia? Ma dai, perché lo chiedi a me? Io non gioco a D&D da almeno 10 anni... E poi: Fantasy italiano? Ma perché: esiste? È mai esistito? Ma non può farlo qualcun altro, ‘sto articolo?
Capire quando un fumetto è Fantasy è la cosa più importante per riuscire a fare una panoramica sul genere, ma la cosa è tutt’altro che facile. Quando una storia è Fantasy e quando è di Fantascienza, piuttosto che di Avventura? La compagnia della Forca di Magnus e Romanini era un fumetto Fantasy o avventuroso? O comico? E la serie della Foresta di Tenon di Ferrandino e Cossu? E Ramarro? E...


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1 commento:

L'Impressore ha detto...

Secondo il Guru degli sceneggiatori di Hollywood, Robert McKee, nel genere Fantasy “lo sceneggiatore gioca col tempo, lo spazio e la fisicità, piegando e mescolando le leggi della natura e del supernaturale, del regno degli spiriti”. Per quanto non abbia grande stima di codesto personaggio, devo dire che in linea di massima McKee ha ragione: in genere tendiamo a riconoscere come “Fantasy” una storia in cui, come narra la leggenda, in una foresta lontana lontana un vecchio mago ha lanciato un incantesimo sulla spada di un Elfo, che la userà per distruggere l’emissario del Male, un cattivissimo guerriero fantasma. O roba del genere.

Come dicevo tra il faceto e il faceto all’inizio: il fumetto Fantasy italiano è mai esistito? Beh, il problema è che nell’opinione comune il Fantasy viene visto come legato a filo doppio ai giochi di ruolo (D&D o Magic che siano), il che non invoglia gli editori di casa nostra, che già non sono dei cuor di leone, a lanciare testate del genere. Questo preconcetto nasce probabilmente dal fatto che la nostra tradizione non è particolarmente legata al mondo Fantasy, non è colorata dalla presenza di esseri magici, mostruosi o fantastici, tant’è che le creature descritte nei Bestiari medievali vivevano quasi tutte in paesi lontani e poco conosciuti. Generazioni di italiani sono cresciute leggendo Tolkien piuttosto che ascoltando fiabe di origine nordica, ma non ascoltando racconti di fate e mostri di casa nostra, e sì che se negli stemmi araldici ci sono Draghi, Chimere e Grifoni una volta ci saranno anche stati racconti su di loro, no? Oddio, ora che ci penso quand’ero bambino mio nonno mi raccontava le avventure di Giovannino senza Paura e della sua nemesi, un altissimo Mago non meglio precisato... Vabbè, ma lo spazio a disposizione per i miei deliri è poco, quindi ciancio alle bande e andiamo a incominciare.

Il genere Fantasy vero e proprio, come mi auguro avrete ormai capito, non è stato particolarmente sfruttato dall’editoria fumettistica di casa nostra, ma elementi Fantasy si possono ritrovare in molti fumetti italiani, di generi diversi, per cui cercherò di concentrami (per quanto possibile) solo sulle cose più importanti. Il primo fumetto che può effettivamente aspirare a far parte della categoria “Fantasy” è stato S.K. 1, una striscia disegnata per Topolino da Guido Moroni Celsi. Partita nel 1935, S.K. 1 è in realtà una space-opera largamente ispirata (copiata, diciamola tutta) a Flash Gordon: la matrice comune è lo spostamento su altri pianeti di esseri e mondi tipicamente mitologici. Le storie di S.K. 1 finiscono per sembrare delle fiabe piene di orribili mostri e curiose razze umanoidi, ma sono anche piene di azione, pericoli vari e colpi di scena. Come in tutti i sani racconti Fantasy, insomma.

Facciamo un balzo nel tempo degno del miglior Michael J. Fox per arrivare al 1977, anno in cui esce quella che è tuttora la miglior espressione del Fantasy fumettistico mai prodotta in Italia. Magnus e Romanini si sono presi 20 volumi di tempo per raccontarci le divertentissime avventure che la Compagnia della Forca vive giringirando per l’Europa. Un fumetto molto comico e poco Fantasy, potreste obiettare, ma in realtà nel loro peregrinare i simpatici protagonisti incontrano maghi, cavalieri fantasma, macchine volanti, orchi innamorati e prìncipi trasformati in rospi. È vero che tutti i personaggi sono tratteggiati in modo da strappare un sorriso al lettore (pensate solamente all’avvoltoio Crocca), ma l’ambientazione medievale è piena di magia e mistero, ed il ritmo avventuroso dato alle storie ne fa un capolavoro assoluto, non solo del Fantasy. Se leggete le loro avventure non potrete più dimenticare il “fine” stratega Sir Percy di Montblanc, il prode Capitan Golia, il fido Ser Crumb, la dolce duchessina Annalisa, Bertrando “lo stonato”, il boia pentito Ser Ciacco ed il suo assistente, il sorprendente Crusca. Se non l’avete mai fatto, leggetelo!

Nel 1981 su Linus (e poi su Orient Express) appare Rebecca. Zingara adultera in fuga dalla propria tribù, Rebecca Ciora dei Grigioni, detta la Lupa, è la protagonista di una saga medievale in cui gli autori Renato Queirolo e Anna Brandoli hanno fatto della ricostruzione storica una mania eguagliata solamente da François Bourgeon. In questa serie c’è meno Fantasy di quanto se ne può trovare in Carlo Martello di Fabrizio De André, ma l’ambientazione è qualcosa che tutti gli amanti del genere dovrebbero studiarsi. Ambientazione moderna, invece, per Ramarro, il supereroe masochista creato da Palumbo per Frigidaire. Per quanto nelle sue avventure successive il personaggio sia stato modificato (e snaturato), le sue origini sono decisamente Fantasy. Già il personaggio è un gigante verde massiccio e incazzato (fosse nato più di recente molti avrebbero detto che era copiato dal Savage Dragon di Erik Larsen, invece nessuno si sogna neanche di pensare il contrario...), in più si muove in un mondo pieno di donne-mosche, demoni fiammeggianti e cattivoni non propriamente umani. Se il fumetto fosse stato ambientato nel passato remoto sarebbe senz’altro stato un Fantasy puro al mille percento.

Intorno alla metà degli anni Ottanta i fedeli lettori di Lanciostory hanno avuto modo di notare come nella Foresta di Tenon, a fianco di nani, streghe ed altre creature magiche, vivessero Adso e Puck, un umano ed uno gnomo. I due erano i protagonisti di una delle poche serie italiane che la Eura ha presentato sui suoi due settimanali. Scritta da Ferrandino e magnificamente disegnata da Ugolino Cossu, La Foresta di Tenon è decisamente un ottimo prodotto, che meriterebbe una ristampa completa in volumi simili a quelli che l’editrice dedica a personaggi d’importazione. Non che il fatto di essere d’importazione sia sinonimo di bassa qualità, ma dato che una ristampa costa poco si potrebbe farla anche per le serie nostrane, o sbaglio?

Detto che ogni amante del Fantasy italiano dovrebbe almeno dare un’occhiata alla produzione recente di Davide Toffolo (Fandango, Fregoli e Piera degli Spiriti), oggi come oggi il miglior Fantasy fumettistico nostrano è senza dubbio quello che Riccardo Crosa crea nelle avventure di Rigor Mortis, la cui storia sembrerebbe fatta apposta per confermare la credenza di un Fantasy confinato all’interno dei giochi di ruolo. Nell’intervista che potete trovare in questo stesso numero l’autore ci spiega come la cosa sia un po’ più complicata...

Molto accattivanti sono i volumi sui Custodi del Maser di Frezzato, peccato che dietro dei bellissimi disegni si nascondano delle storie non eccezionali che sembrano aver trovato il giusto ritmo solo nel terzo, costosissimo, volume. Frezzato (come anche Crosa) ha comunque il merito di aver creato un mondo plausibile ed intrigante, anche se mi dovrebbe spiegare l’utilità di inventare un alfabeto se poi non si creano anche un vocabolario ed una grammatica.

Dopo anni di razionamento di nuove testate, Sergio Bonelli ha lanciato Brendon D’Arkness poco più di un anno fa. La creatura di Claudio Chiaverotti è addirittura un cavaliere di ventura post-apocalittico, quindi potrebbe essere moooolto interessante, ma mi pare abbia deluso le aspettative dei lettori (beh, per lo meno ha deluso le mie, di aspettative) con delle storie per nulla originali e ancora troppo legate agli stilemi classici della casa editrice. Tra l’altro ho l’impressione che quest’ultimo aspetto sia stata la ragione principale che ha affossato Zona X, contenitore che non è neanche mai riuscito a stabilizzarsi su un buon livello qualitativo delle storie. Il pubblico voleva qualcosa di veramente diverso, che forse (forse) otterrà finalmente con Dampyr. Staremo a vedere, ma in fondo pare che il Fantasy italiano sia veramente esistito e che possa presentarci ancora qualcosa di decente, in futuro. Certo che scriverne a proposito è un lavoraccio. Non può farlo qualcun altro, ‘sto articolo?