Gd'I, intervista esclusiva a Riccardo Crosa
Gd'I: Ciao Riccardo, molto è stato detto sulla tua vita e sul tuo operato che è difficile trovare domande che non siano: "cosa ci riserva il futuro del Rigor?" ma, visto che ho l'occasione di intervistarti...
Carte, boardgame, fumetti, libri, sono molte le novità di imminente pubblicazione annunciate da Stratelibri, cosa dobbiamo aspettarci ancora da questo personaggio?
RC: Sai che non lo so nemmeno io? Mai mi sarei aspettato di poter vedere un giorno un libro di narrativa ispirato ai miei personaggi. Questa è stata la vera molla che mi ha fatto tornare sui miei passi qualche anno fa. Infatti non era più mia intenzione continuare a lavorare su Rigor, avevo appena finito la saga delle bolle di realtà e il libro che avevo fatto per la Magic Press non era andato come speravo. Ero un po’ demotivato e deciso a cambiare registro. Poi quando la Stratelibri mi ha prospettato quello che avevano in mente di realizzare lavorando sul Genio del Male, fra tutti i progetti che c’erano in ballo quello che più mi ha incuriosito e stimolato è stato proprio il romanzo di narrativa. Luigi Lo Forti (lo scrittore del libro) ha fatto un ottimo lavoro che mi ha sorpreso ed entusiasmato. Ha saputo allagare l’orizzonte sul mondo di Kragmortha, aggiungendo del suo, senza snaturare il mio lavoro.
Ovviamente non è stato il prodotto più venduto, ma credo che sia soltanto per colpa della distribuzione. Non siamo ancora riusciti ad entrare nel giro delle librerie vere e proprie, ma non dubito che prima o poi ci si riesca.
Gd'I: Stratelibri, Mondadori, Humanoides Associés... le tue collaborazioni sono molteplici e non riguardano solamente il Rigor. È questo il motivo per cui sono stati introdotti altri autori (leggi Fracas e Volpini) nella produzione della collana Rigor Mortis? Su quali criteri vi siete basati, tu e l'Editore, per la scelta degli autori e dei soggetti? I nuovi personaggi vivranno ognuno una vita propria o le loro vicende si intrecceranno con quelle del Rigor e dei suoi compagni?
RC: Quando è stato chiaro che non avrei più potuto fare io tutti i volumi che l’editore aveva in programma di fare è stato una scelta obbligata quella di cominciare a guardarci attorno per trovare qualche possibile collaboratore. Ma ho subito specificato che avrei voluto che questi nuovi autori lavorassero su loro personaggi che avrebbero inserito nel mondo di Kragmortha. In questo modo sarebbero stati più liberi di poter scrivere quello che sentivano senza un “padre apprensivo” che gli alita sul collo. Alcuni di questi nuovi personaggi vivranno una loro vita propria e altri incontreranno in qualche modo il Genio del Male. Tutto è ancora da vedere.
Gd'I: All'inizio Rigor Mortis era identificato come un "fumetto fantasy-comico". Oggi, sulla base dei suoi 20 anni e dei molteplici cambiamenti, lo definiresti ancora tale? È cambiata la fonte ispiratrice delle avventure del Rigor e degli altri personaggi?
RC: Sai, Rigor è un personaggio eclettico. È nato come striscia umoristica, si è evoluto in forma di fumetto per poi sfociare in libri di narrativa e giochi da tavolo.
In ognuna di queste incarnazioni è un po’ diverso, sia nel disegno che nel tono delle atmosfere.
Nelle strisce è ancora un fantasy comico, come dici tu, ma nei fumetti io lo definirei più un fantasy avventuroso un po’ sopra le righe… l’umorismo nasce dai personaggi, mai dalle situazioni che sono alle volte molto crude e cupe. Nella sua incarnazione letteraria abbiamo aumentato questo contrasto, cercando una via ancora diversa sia dai fumetti che dalle strisce.
Poi nei giochi, abbiamo invece fatto leva sull’elemento demenziale e dissacrante del personaggio. Infatti a volte il genere fantasy ha la tendenza a prendersi un po’ troppo sul serio, fra Demoni cornuti e paladini superaccessoriati…
Gd'I: Ora che l'universo editoriale del Rigor si è così espanso, non temi che il fumetto possa passare in secondo piano?
RC: Il fumetto non solo fa parte del progetto generale, ma ne è anche il suo cuore pulsante. Tutto è nato da lì. Non credo che passerà in secondo piano.
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