04 febbraio 2009

Conversazione con Luigi Lo Forti

A quattro anni dalla sua apparizione nel panorama editoriale, la prima saga letteraria dedicata all'Oscuro Signore, Rigor Mortis, è giunta al termine. A tracciarne la trama, guidando le gesta del gruppo di eroi nati dalla fervida fantasia di Riccardo Crosa, la penna di Luigi Lo Forti. Autore già noto nell'ambito dei Comics and Games, Lo Forti ha avuto l'onore, o l'onere, di creare una versione testuale delle imprese dell'Arcimago di Kragmortha, sino ad allora conosciute solo attraverso le tavole e le strisce realizzate dal disegnatore ravennate.
Alla trilogia, ambientata nel mondo creato da Crosa, si deve il merito di essere riuscita a mantenere vive tutte quelle caratteristiche che rendono unico il fumetto di Rigor Mortis, ossia una storia dai tradizionali connotati fantasy, caratterizzata da una vena umoristica ma, allo stesso tempo, ricca di citazioni storiche e di attualità che fanno riflettere il lettore sulla realtà che lo circonda.

Tutto ha inizio con "La Torre e l'Impero". Le sue prime pagine riportano alla mente i ricordi dell'11 settembre, catapultando il lettore nel vivo dell'attentato, dell'esplosione e delle vite spezzate.
Così come nella realtà, da questo attentato l'Impero si trova proiettato in una guerra civile, con gli elfi drill, guidati dalla sanguinaria Odium-Kah, a cercare il predominio sulle altre razze. La guerra si scatena travolgendo con la sua violenza ogni essere. Ne "L'Isola dei Demoni Perduti" si intrecciano la cronaca delle battaglie e le paure che attanagliano i personaggi della vicenda. Infine, "Il Destino dell'Impero", con la risposta dell'Impero alla malvagità Drill.
Le vicende si legano e penetrano nelle vite di Romolo e della sua spada logorroica Kyuss, dell'elfo rinnegato Cav e della gatta mannara Kira, per "colpa" della smania di potere di Rigor Mortis.


L’Impressore: Come sei entrato in contatto con il personaggio di Rigor Mortis?
Luigi Lo Forti: Attraverso le pagine di Excalibur, la storica rivista di Stratelibri dedicata ai giochi. Lì ho incontrato il Rigor delle strisce comiche, che ho subito trovato sapido e divertente. È stato bello rincontrare il Rigor dopo quasi 10 anni dall’ultima vignetta!

L’Impressore: Riccardo Crosa non affida mai i suoi personaggi storici, vedi Rigor, Kira, Cav e Romolo, alle mani di estranei. Il fatto che tu scrivessi delle loro gesta, e non le disegnassi, come ha influito nell'avanzamento del progetto editoriale?
Luigi Lo Forti: Sono stato equipaggiato con tutta la bibliografia riferita alla produzione fumettistica di Riccardo aggiornata al 2005. Per questo, ad esempio, l’infanzia di Kira narrata nel romanzo è differente rispetto a quella che è poi apparsa nel fumetto successivo. Quindi, ci siamo incontrati una o due volte per discutere l’idea alla base della trama elaborata, nonché i confini (molto ampi) in cui mi sarei potuto muovere autonomamente.

L’Impressore: Com'è stato lavorare con Riccardo? Ti ha lasciato piena liberta sulla trama? Ha influito sull'andamento della storia?
Luigi Lo Forti: Riccardo è dotato anche di una grande umiltà e disponibilità nei confronti di chi lavora con lui. Sono rimasto sorpreso di scoprire con quanta facilità potevo affrontare ogni aspetto della storia e trovare in lui una sponda costruttiva e molto incoraggiante. Per chi, come è stato il mio caso, si cimenta per la prima volta nella scrittura “sulla lunga distanza”, questo tipo di atteggiamento rappresenta davvero un aiuto decisivo.

L’Impressore: Dicono che Riccardo Crosa sia molto scrupoloso riguardo il lavoro e, come ogni buon padre, controlli ogni cosa abbia a che fare con i suoi "pargoli". Come siete riusciti a conciliare questo suo essere protettivo?
Luigi Lo Forti: È vero, quando si tratta della sua creazione, Riccardo è molto consapevole di quello che fa; almeno, questa è l’impressione che ne ho ricavato. Oltretutto, è dotato della rara capacità di spiegare chiaramente quello che ha in mente, nella maniera più semplice e lineare possibile. Per questo motivo mi è risultato del tutto naturale chiedere lumi ogni volta che mi trovavo a nutrire dubbi sulla compatibilità di quanto avevo intenzione di scrivere con la sua visione generale del progetto. È sempre stato molto semplice (oltre che un vero e sincero piacere) avere a che fare con Riccardo. Per continuare a utilizzare la tua metafora, non ho mai l’impressione di avere a che fare con un padre-padrone, bensì con un genitore che vuole molto bene alle proprie creature e le vuole vedere crescere, anche correndo il rischio di lasciarle fare le loro esperienze al di fuori della loro casa.

Luigi Lo Forti: Sempre parlando di Riccardo, che sta diventando il “convitato di pietra” di questa chiacchierata, mi rivolgo a te come appassionato lettore del suo fumetto: qual è l’elemento che ti piace di più? Personalmente, ritengo che sia la forza narrativa dei singoli personaggi: ognuno di loro può – da solo - sopportare il peso di interi episodi; nonostante questo, la loro unione offre un risultato superiore alla mera somma dei singoli.
L’Impressore: Sono d’accordo con te. Inoltre, la sapienza con cui Riccardo sa miscelare tutti gli elementi (fantasy, umorismo, trama, struttura dei personaggi, disegni, impaginazione…), offre un risultato che si distingue nettamente dagli altri prodotti editoriali.E poi, mi piace Rigor Mortis perché è italiano; è un fumetto fantasy umoristico che, sarò blasfemo, è l’unica branca del fantasy che seguo (sono un appassionato lettore dei libri di Terry Pratchett); e, infine, mi piace perché mi fa soffrire… Ero abituato alla “rigida” periodicità dei fumetti giapponesi e americani, il Rigor, invece, ha un modo tutto suo di proporsi ai suoi lettori. Cambi di editore, periodicità dettata dal “sentimento”, per seguire il Rigor in tutti questi anni bisogna aver avuto un istinto da segugio o una fortuna sfacciata. Infine, ogni albo è una rarità, anche quando si tratta delle riedizioni. È un po’ come per una pietanza preferita, se la mangi tutti i giorni, ti va in disgrazia, invece, se la cerchi, la aspetti, la desideri, quando finalmente la trovi, te la gusti fino in fondo.

L’Impressore: Cosa ti ha ispirato la trama principale della saga letteraria?
Luigi Lo Forti: Una domanda interessante… non lo so con precisione. Ho scritto il primo capitolo di getto, chiaramente declinando in chiave Fantasy la tragedia dell’11 settembre, forse nell’inconscio tentativo di elaborare quell’evento traslandolo in un mondo dove fosse possibile controllare le sue conseguenze, indirizzandole verso un esito meno oscuro e ambiguo di quello che si prospettava nella realtà. A quel punto, le vicende si sono dipanate abbastanza velocemente, perlomeno quelle principali. Poi, i vari personaggi hanno detto la loro, e io mi sono solo dovuto preoccupare di rendere loro possibile fare quello che dovevano.

L’Impressore: Quanto della tua esperienza nel mondo dei Comics & Games si riflette nella tua opera?
Luigi Lo Forti: Ho giocato di ruolo per anni, ma alle ambientazioni fantasy preferivo di gran lunga quelle “lovecraftiane” de Il richiamo di Cthulhu. Durante il periodo in cui ho lavorato in Stratelibri (otto anni), ho flirtato con i wargame e vissuto una bella storia d’amore con Magic. Alla fine, però, non so quanto tutto ciò possa avere influito sulla mia scrittura. Se lo ha fatto, è stato a livello inconscio. Hanno inciso molto di più, credo, le letture, non necessariamente quelle di opere di genere Fantasy, che comunque continuo a frequentare con piacere, sia pure con meno assiduità di quanto si possa pensare.

L’Impressore: La domanda è d'obbligo, con Stratelibri, avete in programma di proporre una nuova saga letteraria del Rigor?
Luigi Lo Forti: Avere avuto la possibilità di scrivere una porzione della storia di un personaggio tanto amato, avere portato il mio piccolo contributo alla definizione di un mondo tanto complesso come quello di Kragmortha, è stato, nell’ordine: un piacere, un privilegio, un onore. Mi sentirei ovviamente ulteriormente compiaciuto, privilegiato e onorato di potere dare un seguito alla saga ma – altrettanto naturalmente – non dipende solo da me: io posso solo augurarmelo!

Fonte: Game Master Magazine n.19

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