31 dicembre 2011

Speciale Fumetto in Romagna - Il 'Rigor Mortis' di Crosa

Intervista a Riccardo Crosa pubblicata sul sito "Più Notizie"
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"Il fantasy è la mia vita, non rimango legato ad un solo genere, ma mi reinvento"

Siracusano di nascita, ravennate d’adozione, Riccardo Crosa dopo il liceo artistico completa gli studi a Milano presso l’Istituto Europeo del Design. Dopo varie esperienze come grafico pubblicitario e intercalatore di film d’animazione, esordisce nel campo del fumetto pubblicando sulla rivista Excalibur le strisce del mago Rigor Mortis per poi dare alle stampe la prima vera e propria storia del personaggio Rigor Mortis, il Genio del Male (Stratelibri, 1994). Le successive avventure, edite anche in Francia e Spagna, daranno vita a due volumi dello spin-off Kira (Phoenix, 1999 e 2000).
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"Il fantasy si tratta di un genere che, malgrado gli stilemi molto rigidi, può essere rinnovato e reinventato ogni volta. Dentro il fantasy ci può stare di tutto, a patto che non venga segregato nei circoli di gioco o dei videogiochi, spesso troppo chiusi e limitati. Io volevo non solo svecchiarlo e prenderlo un po’ in giro, ma usarlo per raccontare cose anche serie, importanti".

Come ti sei appassionato ai fumetti? Quali fumetti leggevi da ragazzo e quali artisti ti hanno maggiormente influenzato o ti influenzano ancora?
"Amo da sempre il media dei fumetti. Ho cominciato a leggerli da piccolo, prima Topolino per poi passare ad Asterix, Luky Luke, ma soprattutto Maxmagnus e il gruppo TNT di Magnus e Bunker. Poi, da più grande quando ho cominciato io stesso a disegnare più assiduamente mi sono fatto influenzare in particolare soprattutto dal segno chiaro e pulito di Moebius, e in generale da tutta la scuola francese e sud americana che veniva pubblicata sulle riviste come Metal Hurlant. Direi che anche l’uomo ragno di John Romita è stato uno dei miei capisaldi".

Come sei riuscito ad entrare nel mondo del fumetto? Ho letto che Rigor Mortis è nato quasi per gioco...
"Ho studiato illustrazione a Milano, e quando sono uscito da scuola ho collaborato per un po’ con studi grafici di pubblicità e studi di animazione. Mi sentivo sempre ripetere che il mio tratto era troppo fumettistico, per cui alla fine ho provato a muovermi in quella direzione, anche se avevo proprio scelto una scuola più generalista e meno specializzata perché temevo che sarebbe stato difficile riuscire a sbarcare il lunario come fumettista. Poi grazie ad alcune strisce umoristiche pubblicate su alcune fanzine locali sono riuscito a farmi notare da un editore di giochi di ruolo che in quel periodo stava cercando un volto per la propria azienda. Mi proposero di disegnare i miei personaggi nelle loro rivista e di poter far diventare Il Rigor Mortis la loro mascotte. In seguito la struttura della striscia umoristica non mi bastò più e sentii il bisogno di scrivere storia più a largo respiro e così ci provai, primo pubblicato da loro (Sratelibri), poi dalla Hobby & Work, dalla Phoenix e dalla Magic Press".

Hai qualche progetto futuro?
"Non ho mai voluto rimanere ingabbiato in un genere o con un personaggio, ho bisogno di nuove sfide e nuovi stimoli, per cui da anni ho abbandonato Rigor e i suoi compagni (anche se non si sa mai…), e ho provato nuove strade reinventandomi con Mangaka per gli Humanoides Associees in Francia con una serie di fantahorror, e adesso con Soleil e Lombard con due progetti pubblicati per ora solo oltralpe. Il primo, quello per l’editore Soleil, si chiama VIGILANTs ed è una storia di supereroi moderni ‘conditi’ con un po’ di Stephen King, mentre la seconda è SYNCHRONE (per Le Lombard) è una spy story a forti tinte psicologiche. Queste serie mi terranno impegnato per qualche anno, il resto si vedrà, anche se mi stanno già proponendo progetti interessanti".

Cosa consiglieresti ai giovani che aspirano a diventare disegnatori nel mondo del fumetto e dell’illustrazione?
"Di cercare di mantenere la mente il più possibile aperta a tutti quegli stimoli che possono servire come ispirazione sia per crescere come artisti, sia per evolversi, senza avere paura di cambiare. Non bisogna mai fossilizzarsi in uno schema o uno stile… essere riconoscibili sì, ma rimanere uguali a se stessi è un po’ come morire..."

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