Fumetti, un calcio alla crisi dell'editoria
Pur non parlando di Rigor Mortis, vi riporto l'articolo di Alessandra Dal Monte, apparso su www.lettera43.it, che offre un'interessante visione del mercato del fumetto. La speranza è che il trend positivo registrato dalla ricerca dell'Istat possa convicere il nostro Oscuro Signore a fare ritorno.
Gli italiani leggono sempre meno libri. Se nel 2010 il 46,8% della popolazione ne aveva sfogliato almeno uno per piacere personale, nel 2011 la percentuale è scesa al 45,3%. Ma, a quanto pare, leggono sempre più fumetti. Soprattutto le edizioni per adulti, i cosiddetti graphic novel, cioè i romanzi, i reportage giornalistici, le biografie raccontate per immagini invece che solo a parole. A tratteggiare questo scenario ha contribuito l’ultimo rapporto Istat sulla Produzione e la lettura di libri in Italia, che ha raccolto i dati per gli anni 2010 e 2011.
TIRATURA IN AUMENTO DEL 55%. La dimostrazione che i fumetti piacciono sempre di più viene dalle cifre diffuse dagli editori: pur rappresentando solo lo 0,6% della produzione libraria totale, i fumetti hanno registrato, fra il 2005 e il 2010, un incremento del 21,6% nei titoli, del 16,3% nelle pagine e del 55,4% nelle tirature. Insomma, è aumentata l’offerta: si stampano più titoli, con più pagine, in più copie. Ciò significa che il genere è entrato nelle corde di un pubblico sempre più ampio.
SEMPRE PIÙ LETTORI. Purtroppo non sono disponibili numeri sulle vendite e sulla lettura dei fumetti che possano confermare questa deduzione. Un po’ per oggettive difficoltà a reperirli in tempi brevi: «Ci vuole anche più di un anno per capire quanto un fumetto ha venduto, perché bisogna aspettare che le librerie rendano noti i resi (i volumi rimasti invenduti, ndr)», spiegano da Coconino Press, la casa editrice che per prima ha portato il graphic novel in Italia nel 2000 e che oggi fa parte del gruppo Fandango. Un po’ per una forma di reticenza degli editori: i numeri delle vendite, anche se positivi, vengono considerati «dati sensibili e strategici per i singoli editori» che è preferibile non diffondere «per questioni di riservatezza commerciale e contrattuale», spiegano da Panini Comics.
FENOMENO GRAPHIC NOVEL. In ogni caso, anche se la matematica non ci viene in aiuto, basta parlare con le fumetterie o con gli stessi editori per capire che il fumetto in Italia è un prodotto editoriale in crescita. La tendenza positiva si percepisce: «Il pubblico è cambiato e si è ampliato: qualche anno fa nel mio negozio entravano solo ragazzini e appassionati, ora invece anche persone di 40 anni che vedono in vetrina un graphic novel accattivante», ha spiegato Daniele Pignatelli, titolare di una fumetteria a Sarzana (La Spezia) e presidente dell’Afui, Associazione fumetterie italiane. Pignatelli adora da sempre i graphic novel e ne tiene molti nel suo negozio. «Io lo faccio da anni e per passione, ma obiettivamente è questo il genere di fumetto che piace sempre di più».
UN SETTORE IN FERMENTO
TRAINATO DA UN PUBBLICO DI APPASSIONATI
E la crisi? Non si sente? «Sì, certo che si sente. Il fumetto non è un bene necessario, è tra i primi acquisti a saltare in un momento di difficoltà», ha sottolineato Pignatelli. «Ma mi accorgo che un po’ grazie allo zoccolo duro di appassionati e un po’ grazie al pubblico generalista che entra per comprare un graphic novel come regalo al posto di un libro, io tengo botta». Non è possibile, invece, fare un discorso valido anche per le altre 250 fumetterie italiane che l’Afui vorrebbe rappresentare (senza riuscirci troppo, dato il turnover rapidissimo del settore e la difficoltà a censirle): «Ne chiudono e ne riaprono in continuazione, non posso dire come stanno andando i loro affari perché ogni negozio vale per sé», ha concluso il presidente.
UNA CRESCITA COSTANTE. Ma il fenomeno prolifera e gli investimenti nel settore sono in ascesa. «Anche noi notiamo una crescita dell’interesse per il romanzo a fumetti: un genere che va molto è la cronaca giornalistica, oppure le biografie», è stata l'analisi Luca Baldazzi di Coconino Press. «Non parlerei di boom, perché è un concetto un po’ forte: ma di certo i graphic novel sono sempre più graditi a un pubblico adulto che prima non leggeva fumetti. Certo, rispetto alla pubblicità di cui godono, anche sui media generalisti, mi aspetterei vendite ancora maggiori: ma c’è la crisi e questo incide. In ogni caso, il fumetto in Italia sta vivendo un periodo di costante crescita».
PREZZI ABBORDABILI E LO SPONSOR DI CINEMA E TIVÙ. Oltre alla graphic novel, infatti, anche il fumetto tradizionale regge al periodo. Può contare su un pubblico giovane (12-20 anni) di lettori accaniti e su prezzi bassi: «I fumetti vendono, sono in controtendenza rispetto ad altri generi di intrattenimento. I titoli giapponesi e americani, soprattutto, non conoscono crisi», ha raccontato Alex Bertani, senior marketing manager di Panini Comics. «Merito del legame tra i fumetti e i cartoni animati o i film a essi collegati, che fungono da traino. E dei prezzi bassi: con quattro euro si porta a casa un fumetto. Si tratta di una spesa abbordabile anche di questi tempi».
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