15 giugno 2012

Fumetti, un calcio alla crisi dell'editoria

Pur non parlando di Rigor Mortis, vi riporto l'articolo di Alessandra Dal Monte, apparso su www.lettera43.it, che offre un'interessante visione del mercato del fumetto. La speranza è che il trend positivo registrato dalla ricerca dell'Istat possa convicere il nostro Oscuro Signore a fare ritorno.

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Gli italiani leggono sempre meno libri. Se nel 2010 il 46,8% della popolazione ne aveva sfogliato almeno uno per piacere personale, nel 2011 la percentuale è scesa al 45,3%. Ma, a quanto pare, leggono sempre più fumetti. Soprattutto le edizioni per adulti, i cosiddetti graphic novel, cioè i romanzi, i reportage giornalistici, le biografie raccontate per immagini invece che solo a parole. A tratteggiare questo scenario ha contribuito l’ultimo rapporto Istat sulla Produzione e la lettura di libri in Italia, che ha raccolto i dati per gli anni 2010 e 2011.

TIRATURA IN AUMENTO DEL 55%. La dimostrazione che i fumetti piacciono sempre di più viene dalle cifre diffuse dagli editori: pur rappresentando solo lo 0,6% della produzione libraria totale, i fumetti hanno registrato, fra il 2005 e il 2010, un incremento del 21,6% nei titoli, del 16,3% nelle pagine e del 55,4% nelle tirature. Insomma, è aumentata l’offerta: si stampano più titoli, con più pagine, in più copie. Ciò significa che il genere è entrato nelle corde di un pubblico sempre più ampio.

SEMPRE PIÙ LETTORI. Purtroppo non sono disponibili numeri sulle vendite e sulla lettura dei fumetti che possano confermare questa deduzione. Un po’ per oggettive difficoltà a reperirli in tempi brevi: «Ci vuole anche più di un anno per capire quanto un fumetto ha venduto, perché bisogna aspettare che le librerie rendano noti i resi (i volumi rimasti invenduti, ndr)», spiegano da Coconino Press, la casa editrice che per prima ha portato il graphic novel in Italia nel 2000 e che oggi fa parte del gruppo Fandango. Un po’ per una forma di reticenza degli editori: i numeri delle vendite, anche se positivi, vengono considerati «dati sensibili e strategici per i singoli editori» che è preferibile non diffondere «per questioni di riservatezza commerciale e contrattuale», spiegano da Panini Comics.

FENOMENO GRAPHIC NOVEL. In ogni caso, anche se la matematica non ci viene in aiuto, basta parlare con le fumetterie o con gli stessi editori per capire che il fumetto in Italia è un prodotto editoriale in crescita. La tendenza positiva si percepisce: «Il pubblico è cambiato e si è ampliato: qualche anno fa nel mio negozio entravano solo ragazzini e appassionati, ora invece anche persone di 40 anni che vedono in vetrina un graphic novel accattivante», ha spiegato Daniele Pignatelli, titolare di una fumetteria a Sarzana (La Spezia) e presidente dell’Afui, Associazione fumetterie italiane. Pignatelli adora da sempre i graphic novel e ne tiene molti nel suo negozio. «Io lo faccio da anni e per passione, ma obiettivamente è questo il genere di fumetto che piace sempre di più».

UN SETTORE IN FERMENTO
TRAINATO DA UN PUBBLICO DI APPASSIONATI

E la crisi? Non si sente? «Sì, certo che si sente. Il fumetto non è un bene necessario, è tra i primi acquisti a saltare in un momento di difficoltà», ha sottolineato Pignatelli. «Ma mi accorgo che un po’ grazie allo zoccolo duro di appassionati e un po’ grazie al pubblico generalista che entra per comprare un graphic novel come regalo al posto di un libro, io tengo botta». Non è possibile, invece, fare un discorso valido anche per le altre 250 fumetterie italiane che l’Afui vorrebbe rappresentare (senza riuscirci troppo, dato il turnover rapidissimo del settore e la difficoltà a censirle): «Ne chiudono e ne riaprono in continuazione, non posso dire come stanno andando i loro affari perché ogni negozio vale per sé», ha concluso il presidente.

UNA CRESCITA COSTANTE. Ma il fenomeno prolifera e gli investimenti nel settore sono in ascesa. «Anche noi notiamo una crescita dell’interesse per il romanzo a fumetti: un genere che va molto è la cronaca giornalistica, oppure le biografie», è stata l'analisi Luca Baldazzi di Coconino Press. «Non parlerei di boom, perché è un concetto un po’ forte: ma di certo i graphic novel sono sempre più graditi a un pubblico adulto che prima non leggeva fumetti. Certo, rispetto alla pubblicità di cui godono, anche sui media generalisti, mi aspetterei vendite ancora maggiori: ma c’è la crisi e questo incide. In ogni caso, il fumetto in Italia sta vivendo un periodo di costante crescita».

PREZZI ABBORDABILI E LO SPONSOR DI CINEMA E TIVÙ. Oltre alla graphic novel, infatti, anche il fumetto tradizionale regge al periodo. Può contare su un pubblico giovane (12-20 anni) di lettori accaniti e su prezzi bassi: «I fumetti vendono, sono in controtendenza rispetto ad altri generi di intrattenimento. I titoli giapponesi e americani, soprattutto, non conoscono crisi», ha raccontato Alex Bertani, senior marketing manager di Panini Comics. «Merito del legame tra i fumetti e i cartoni animati o i film a essi collegati, che fungono da traino. E dei prezzi bassi: con quattro euro si porta a casa un fumetto. Si tratta di una spesa abbordabile anche di questi tempi».

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